Tra fiumi di sabbia e waypoint insidiosi, il rally-raid targato Lluis Rosa si apre con una tappa di puro agonismo
La prima tappa del FenekRally 2025 ha acceso subito il cuore del deserto marocchino con una giornata intensa e tecnica, capace di mettere alla prova anche i piloti più esperti. I 283 chilometri previsti – 207 dei quali di prova speciale – hanno offerto un’alternanza continua di ritmi e difficoltà. Dopo un brevissimo trasferimento dalla base del Kasbah Cergui di Erfoud, la carovana si è lanciata su piste veloci che hanno condotto al primo waypoint critico. Da quel punto, il terreno si è trasformato più volte: tratti di fuoripista, settori tecnici e zone a velocità controllata si sono succeduti fino al chilometro 42, dove i concorrenti hanno dovuto attraversare un vero “fiume” di sabbia. Le piste sono state nuovamente rapide dal km 45 al 95, ma non senza insidie: quattro settori a velocità limitata e due waypoint delicati hanno tenuto alta la tensione fino allo stop e al rifornimento.

La seconda parte della speciale ha mantenuto lo stesso livello di complessità. Le piste si sono fatte nervose, movimentate da waypoint spesso pericolosi e da un breve tratto di asfalto, prima di entrare in quello che si è rivelato il segmento più tecnico della giornata: tre chilometri di piste strette e dissestate, dal km 159 al 162. L’ultima porzione ha alternato passaggi più fluidi a terreni delicati fino al chilometro 208, quando un trasferimento finale di 71 km ha ricondotto gli equipaggi al bivacco di Erfoud. La composizione del terreno ha raccontato bene la varietà della tappa: un predominio di piste (83%), intervallate da pietre e sabbia in ugual misura (5% ciascuno) e da qualche incursione sull’asfalto.
I risultati: de Gavardo, Santosh e Moliner brillano; battaglia serrata tra SSV e T1
Sul fronte sportivo, la categoria moto MT1 ha visto il cileno Tomas de Gavardo imporsi nettamente con un tempo di 3h05’40”, seguito dal francese Tom Deest, vincitore dell’edizione precedente, e dalla spagnola Sara Garcia, protagonista di una prova solida. Nella MT2 il miglior crono è stato firmato da C.S. Santosh, che ha preceduto Jaime Ros e Jordi Munner dopo una speciale resa particolarmente selettiva dalle condizioni del terreno. Fra le moto bicilindriche, José Moliner ha dominato la prova fermando il cronometro a 5h11’23”.
Le categorie SSV hanno offerto uno spettacolo altrettanto avvincente. Nella T3 l’equipaggio Herman/Camara ha conquistato la vetta grazie a una gestione impeccabile della navigazione, contenendo il ritorno di Schiefer/Noel de Berlin e di Leyreloup/Jimbert. Nella T4 il miglior tempo è andato a Parpottas/Odink, mentre Guillen/Mata e Rohner/Terre hanno completato il podio dopo una speciale resa complessa dai numerosi tratti sabbiosi. Tra i T1 la giornata ha premiato Lopez/Ribas, davanti a Hardy/Osborne e Chapot/Larroquet, mentre nei T2 è stato l’equipaggio Wicklow/Finlay a imporsi di misura su Rodriguez/Guash e Deru/Fromont. In categoria Overland, infine, la classifica provvisoria vede Mas/Canamasas e Filippo Franzini appaiati in testa, tallonati ad appena un punto da Lopez/Lopez, a conferma di un inizio gara già ricco di suspense.
La seconda tappa: sabbia, dune selettive e navigazione decisiva
Lo sguardo ora si sposta alla seconda tappa, in programma domani, martedì 18, che promette di mantenere alto il livello di adrenalina. I 324 chilometri previsti, con 209 di prova speciale, proporranno un percorso estremamente vario. Dopo un primo trasferimento di quasi 30 chilometri, i piloti entreranno in una speciale che, fin dai primi chilometri, alterna piste veloci a tratti pericolosi e a zone a velocità controllata. A una breve sezione di asfalto seguiranno piste caratterizzate da numerosi punti critici fino all’ingresso in un nuovo fiume di sabbia, preludio a un tratto rapido che porterà al rifornimento. La seconda metà della tappa presenterà sezioni pietrose, nuovi passaggi sulla sabbia profonda, un settore di dune particolarmente selettivo e diversi segmenti tecnici con pietre e zone pericolose, prima dell’ultimo tratto di sabbia e della conclusione su piste più scorrevoli. Un lungo trasferimento finale riporterà gli equipaggi al bivacco, al termine di una frazione che potrebbe già rimescolare i valori in campo.



